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della “macelleria messicana” alla Diaz
La sentenza della Corte di appello di Genova restituisce finalmente giustizia alle vittime di quella terribile nottata
Dichiarazione di Paolo Beni, presidente nazionale Arci
Condanne per quasi un secolo a 25 dei 27 imputati e l’interdizione dai pubblici uffici per cinque anni per tre alti dirigenti a cui viene riconosciuto anche il reato di falso ideologico.
Ci saremmo aspettati la sospensione dall’incarico per chi è stato riconosciuto colpevole di reati tanto gravi, ma le prime dichiarazioni degli esponenti del governo vanno esattamente nella direzione opposta. Il sottosegretario Mantovano assolve i condannati e gli conferma piena fiducia, dimostrando il solito disprezzo per la magistratura ma anche l’impossibilità di prendere troppo le distanze da episodi che si verificarono mentre ministro dell’Interno in carica era il suo ex collega Scajola e presidente del consiglio Berlusconi.
A chi ha subito le violenze, a chi ha ancora negli occhi e nelle orecchie le immagini e le urla di dolore di quei corpi sanguinanti, la sentenza restituisce fiducia nella possibilità di avere giustizia in un paese dove, secondo Amnesty Internazional, nei giorni del G8 2001 “si è verificata la più grave sospensione della democrazia degli ultimi cinquant’anni in un paese occidentale”.
Sulla Diaz e su Bolzaneto (pochi mesi fa la sentenza che ha ribaltato, anche in questo caso, quella di primo grado)la verità comincia a farsi strada. Questo è un bene per tutti, non solo per chi quelle giornate le ha vissute. Solo una giusta ricostruzione di quei giorni può infatti evitare che un simile strappo al nostro sistema democratico possa ripetersi.
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