mercoledì 8 giugno 2011

QUATTRO SI PER IL FUTURO!




Quattro referendum, quattro SÌ: per impedire ai privati di speculare sull'acqua pubblica, per cancellare il nucleare dal futuro del Paese, per ribadire che la legge è uguale per tutti.
Hanno provato in ogni modo a impedircelo, perché hanno paura dell'opinione degli elettori.
Per evitare il referendum sul nucleare si sono inventati un decreto fasullo che solo l'arroganza e l'incompetenza di questo governo potevano concepire: la Corte di Cassazione, con una sentenza esemplare, ha smascherato la truffa e restaurato la legalità costituzionale.
Hanno provato a far fallire il quorum oscurando i referendum nelle televisioni e si sono presi un altro schiaffo dall'Agcom che ha richiamato la Rai ad una più corretta informazione.
Ora che finalmente il dibattito può entrare nel merito dei quesiti, il governo non ha più niente da dire. Imbarazzato, cerca di negare il valore politico del voto lasciando libertà di scelta agli elettori. E invece noi sappiamo bene che quello di domenica sarà davvero un voto decisivo.
Non perché abbia come oggetto le sorti del governo (questo sarà semmai un effetto collaterale),
ma perché la vittoria di quei SÌ imporrà al Paese una nuova agenda politica costruita attorno a temi decisivi per il futuro di tutti: la tutela e la cura dei beni comuni, la salute dei cittadini e dell'ambiente, una giustizia uguale per tutti.
Una nuova agenda politica costruita dal basso, da comitati, associazioni e movimenti che sui beni comuni lavorano da anni e che hanno animato la più grande campagna referendaria che si ricordi in Italia. Senza il sostegno di giornali e tv, senza sponsor politici (almeno nella prima fase) hanno imposto temi nuovi all'attenzione del Paese con una mobilitazione capillare e creativa: migliaia di banchetti, iniziative, flash mob, una vulcanica produzione di spot, cortometraggi, video autoprodotti che sono stati più forti del silenzio dell'informazione ufficiale.
Sta emergendo una nuova militanza politica. Quella di giovani, donne, lavoratori, studenti, indignati di ogni età e condizione sociale che nei mesi scorsi hanno rivitalizzato la scena pubblica del paese e hanno contribuito in modo decisivo alla vittoria della sinistra nell'elezione dei sindaci. L'inversione di tendenza è cominciata.
Domenica e lunedì abbiamo un'occasione storica per fare un altro passo avanti, e dimostrare che la partecipazione popolare può davvero incidere sulle scelte che contano e cambiare le cose.