sabato 24 dicembre 2011

14.12.2011 - Eliminare il razzismo dalla storia


Dichiarazione del presidente nazionale dell’Arci Paolo Beni e del responsabile immigrazione Filippo Miraglia

Quanto successo nei giorni scorsi a Torino e Firenze deve indurre tutti a una riflessione che non può esaurirsi nella pur sacrosanta indignazione.

Quegli episodi parlano di un imbarbarimento profondo delle relazioni umane, di un malessere sociale che ha superato il livello di guardia.

Pesano sicuramente anni di politiche sull’immigrazione, a livello governativo e non solo, basate sulla discriminzione, spesso la persecuzione, delle persone straniere e delle minoranze, legittimate, agli occhi di gran parte dell’opinione pubblica, da un’operazione culturale che ha scavato in profondità, alimentando paure e trasformando le “gli altri” in capro espiatorio di tutti i guasti di una società in difficoltà.

Ma pesano anche vent’anni di berluscoinismo, che lasciano un paese più segnato dalle ingiustizie sociali, più frammentato, meno coeso, più ‘incattivito’ dalla mancanza di un futuro in cui sperare, per sé e per i propri figli. E’ dentro questo quadro di macerie sociali e culturali che vanno letti anche questi ultimi terribili episodi di razzismo.

Serve una vera e propria rivoluzione culturale, sostenuta da scelte concrete, in primo luogo da parte di chi ha responsabilità di governo a tutti i livelli, poi da parte della stampa che in questi anni ha svolto in prevalenza un ruolo negativo e infine anche da parte delle organizzazioni sociali e dei singoli cittadini. Scelte di segno completamente diverso a quelle fatte finora.

Che differenza c’è, nell’immaginario collettivo, tra la notizia di un campo rom raso al suolo da una ruspa inviata da un’amministrazione comunale o distrutto da un incendio doloso? Il messaggio che arriva è lo stesso ed è un messaggio che parla di indesiderabili, “eccedenza umana”. Bisogna fermare gli uni e gli altri. I delinquenti incendiari vanno perseguiti, ma a loro volta gli sgomberi devono cessare, individuando con i diretti interessati soluzioni dignitose alternative ai campi, che invece determinano di fatto da anni una nuova forma di apartheid.

Così come gli assassinii di Firenze non possono essere derubricati a gesto di un folle. Non si è sparato a caso sulla folla, le vittime erano senegalesi e ambulanti. C’entrerà qualcosa la provenienza politica di estrema destra dell’assassino e le ripetute campagne contro gli ambulanti di molte amministrazioni pubbliche, o no?

Allora a tutti, ma proprio a tutti, semplici cittadini, associazioni che lavorano a fianco dei migranti, istituzioni spetta il difficile compito di capire con quali strumenti si contrasta questa nuova ondata razzista.

Da parte nostra, non possiamo che unirci al dolore dei familiari delle vittime, esprimere la nostra vicinanza ai rom di Torino, partecipando a tutte le iniziative di protesta già indette.

Il 17 e 18 saranno anche due giornate di raccolta straordinarie delle firme per le due proposte di legge di iniziativa popolare promosse dalla Campagna l’Italia sono anch’io. Ci saranno centinaia di iniziative, a cui parteciperemo con un segno di lutto al braccio e che dedicheremo alle troppe vittime di razzismo che ancora segnano questo nostro tempo.

Luciana Castellina nominata ufficiale dell'Ordine delle Arti e delle Lettere dal ministro della cultura francese


Il ministro della cultura francese Frédéric Mitterand ha nominato la nostra Luciana Castellina ufficiale dell'Ordine delle Arti e delle Lettere in una cerimonia tenutasi presso l'Accademia di Francia a Roma. L'onoreficenza, andata negli anni a importanti personalità internazionali, è stata consegnata alla presidente onoraria di Cineuropa.org per la sua attività di europarlamentare, giornalista e scrittrice che si è battuta in particolare per il cinema europeo e l'eccezione culturale.

venerdì 23 dicembre 2011

Rifondare l’Europa con la democrazia partecipativa

Ormai è quasi banale dire che lo stato di emergenza in cui ci troviamo è l'insieme di tante e differenti crisi. La strutturale carenza di democrazia dell'Unione Europea è una delle principali cause dell'incapacità di difendersi dagli attacchi speculativi e di impostare politiche comuni per ricostruire benessere. A rischio, per il basso tasso di democrazia, è la stessa Unione, lacerata dagli interessi nazionali. Fra le popolazioni risorge l'euro-scetticismo, e perfino l'ostilità fra paesi. Per questo ha molto senso continuare a battersi perché l'Ue riconosca il ruolo della società civile organizzata e applichi l'articolo 11 del Trattato di Lisbona, che riconosce la democrazia partecipativa come elemento fondante del sistema. Questa è la mission del Forum Civico Europeo, una rete a cui aderiscono più di cento associazioni dell'est e dell'ovest. Lavora presso le istituzioni europee per il pieno riconoscimento del ruolo dell'associazionismo, per la democrazia partecipativa, per l'appropriazione civica dell'Europa da parte delle energie vere di cittadinanza. Il FCE, presieduto da Jean Marc Roirant della Ligue de l'Einsegnement, ha quattro vicepresidenze di cui una affidata all'Arci. Coordina il Liaison Group, la rete delle venti grandi reti tematiche europee di società civile, nell'ambito del Comitato Economico e Sociale Europeo, che è l'unica sede istituzionale dove è ufficialmente statuita presenza e ruolo delle associazioni, anche se in modo insufficiente. Il Forum sta lavorando per cercare di allargare e rafforzare la 'rete di reti' europee, coinvolgendo anche l'associazionismo nazionale e locale, e costruendo connessione fra le reti formali, quelle informali e di movimento. Una priorità per il prossimo anno sarà far sì che la Commissione sciolga gli ultimi nodi e dichiari il 2013 Anno Europeo dei Cittadini. In questi mesi si costruirà una grande Alleanza di Società Civile, aperta a tutti i soggetti associativi europei, per preparare le iniziative. Il percorso si realizzerà in collaborazione con il Consiglio delle Municipalità e Regioni Europee e prevede che nel 2013 le associazioni di tutta Europa, insieme agli Enti Locali, diano vita a una carovana europea della cittadinanza. L'anno europeo è un modo per imporre l'associazionismo sulla scena europea, a fronte di una Commissione che continua a interpretare il concetto di cittadinanza solo in riferimento ai diritti individuali. Prosegue poi la campagna per lo statuto di associazione europea, dopo che 380 parlamentari hanno firmato l'appello del FCE e imposto così alla Commissione di affrontare la questione. Siamo quasi gli unici a non poter fondare soggetti europei - cosa che da tempo è possibile, guarda caso, alle aziende. I prossimi incontri si terranno in occasione di eventi europei. In marzo, a Bruxelles, ci sarà l'assemblea per la Giornata della Società Civile; in Danimarca, a maggio, un grande forum con mille attivisti di tutti i paesi europei che si riuniranno per un dibattito sul futuro del pianeta e il ruolo dell'Europa in preparazione di Rio+20, il vertice mondiale sullo sviluppo sostenibile che si terrà in Brasile a giugno. A settembre anche Cipro ospiterà un Forum della Società Civile.
Raffaella Bolini

giovedì 22 dicembre 2011

Governo Monti: una manovra iniqua e recessiva

Non ci è dato sapere il mestiere dello zio di Bonanni, ma sicuramente sono più conosciute le provenienze dei ministri del nuovo governo. La manovra che, secondo le dichiarazioni di Monti, dovrebbe essere approvata entro Natale, ammonterà a regime nel 2014 a circa 48 miliardi di euro, quasi il 2,5 per cento del PIL attuale. Analizzata nei suoi provvedimenti principali, appare subito evidente che le risorse vengono in gran parte recuperate dalle fasce di popolazione economicamente e non solo più deboli. Ma non basta. La manovra viene considerata da molti anche recessiva. Il sito di economisti lavoce.info intitola un articolo di Sergio de Nardis: ‘Sarà recessione. E sarà grave.’ La CGIA di Mestre calcola che la pressione fiscale aumenterà nel 2014 fino al 44,1%. «Iniqua e recessiva» sono le parole usate da Susanna Camusso, a commento del provvedimento, ed è difficile non condividerle: quasi tutti i sondaggi indicano che più del 60% degli italiani la pensano allo stesso modo. Non essendo prevista una vera patrimoniale, auspicata da molti, il peso ricade sui soliti noti. È quindi importante approfondire, senza pregiudizi ma con attenzione, i principali provvedimenti. La manovra produrrà per il 60% nuove entrate e per il 40% agisce sulla riduzione della spesa, anche grazie alla progressiva privatizzazione di società come Eni, Enel, Terna, Finmeccanica, un vero piano di dismissioni delle partecipazioni azionarie dello Stato e di enti pubblici non territoriali. Dovrebbe inoltre contribuire alla riduzione della spesa anche il taglio ai costi della politica, per ora poco incisivo. Nel capitolo relativo alle entrate, il taglio delle agevolazioni fiscali peserà in particolare sulle economie familiari medio-basse.

Considerando la quantità di working poors, forte è il timore che aumentino i nuovi poveri anche tra le famiglie del ceto medio, spesso destinatarie di quelle agevolazioni. Stesso discorso per l’aumento delle aliquote IVA del 4%, tra l’altro molto legate al mondo della produzione artistico-culturale, a noi vicino. Anche la reintroduzione del ticket di 10 euro contribuisce a spostarne il peso verso i più deboli. Se aggiungiamo i provvedimenti su Ici e previdenza, è ancor più evidente chi pagherà la crisi, con una sottolineatura per donne e giovani precari, in un Paese in cui la percentuale di giovani disoccupati, già tra le più alte d’Europa, è in costante aumento. Se poi pensiamo all’ulteriore stretta sui Patti di Stabilità per gli Enti Locali, tremiamo all’idea di cosa accadrà alle politiche sociali e culturali di Regioni e Comuni. Avremmo voluto vedere un netto cambio di rotta rispetto alle ricette finora seguite in Italia e in Europa per affrontare la crisi che è economica, ma anche culturale e sociale. Crisi di degenerazione delle relazioni umane e sociali delle nostre comunità, col rischio - e lo stiamo vedendo - di pericolosi scivolamenti verso la guerra tra poveri, la paura del diverso, il razzismo...

Ci sarebbe piaciuto scommettere su politiche di sviluppo attente alla cura dei Beni Comuni e alla loro pubblicizzazione, agli investimenti sulla messa in sicurezza del territorio e del paesaggio. La rigenerazione urbana, l’investimento sulla sicurezza ambientale delle nostre città, la valorizzazione dei territori, delle eccellenze presenti, le imprese artigiane e contadine. Fuori dalla retorica della green economy, ma con scelte che in altri Paesi europei rappresentano il simbolo di una riconversione ambientale dell’economia, che inizia a produrre salute generale e occupazione. Ed ecco allora che diventa basilare capire quanto la nostra associazione, soprattutto i nostri circoli, siano fondamentali in questa fase, da un lato come presidi di socialità solidale, dall’altro come laboratori di cambiamento, sia di stili di vita e pratiche di consumo, sia soprattutto di nuova economia, alternativa, no profit, ma inseriti nel più generale contesto profit, che però deve cambiare anch’esso: non alla ricerca di una ‘umanizzazione’ di questa economia, ma verso la pratica di una altra economia, più solidale, più giusta, che protegga l’ambiente e di chi lo abita.

domenica 4 dicembre 2011

ARCI CALYPSO SAVA


MORRISON NIGHT
Manduria - Mercoledì 7 dicembre
ore 20,30
Angelè Pub

sabato 3 dicembre 2011